Versi e versacci
Editrice Caletra, Grosseto 1994
Raccolta di barzellette a tipo vario
espresse in rima toscaneggiante
nei limiti di una certa liceità
Scusatemi, carissimi lettori,
se 'n so' 'n poeta, come tanti autori:
vo' soltanto, con questa mia poesia,
solleticare un poco d'allegria.
Non ch'io voglia sembrar troppo erudito;
sol desiderio d'esser capito
chiaramente, 'n maniera elementare,
come a' bambini io sapeo spiegare.
E non usavo circonlocuzioni,
durante 'l corso delle mie lezioni:
parlavo 'n modo semplice, corretto,
tale da stimolare l'intelletto
de' bimbi, che mi stavan' ascoltare:
'nsegnavo loro a scrivere e parlare.
Però 'l passar degli anni m'ha sbandato:
sto diventando proprio 'no sboccato,
specie se 'gni tanto ho l'occasione
d'udir scurrilità 'n televisione:
parecchie parolacce ci ho 'mparate,
ed alcune qui n'ho riportate,
senza dover incorrere 'n censura,
perché giornali e film, senza paura,
sparan vocaboli così lerci e zozzi,
che 'n li direbbe manco Drea de' Brozzi.
Ho cercato, momento per momento,
d'offrir sopra 'n bel piatto d'argento,
'sto piccante menù di barzellette
(più sciocche son, più sale ci si mette!)
senza tema d'offendere l'orecchie,
di signore, di nubili, di vecchie,
specialmente di qualche schizzosina,
che fa le corna e la... santarellina!
Non ho usato termini triviali,
ma i consueti, i tradizionali,
del gergo della nuova educazione
che, se 'n li dici, passi da "coglione".
Ma che ci posso fa'? La barzelletta
dev'esse' raccontata dritta, schietta
e sì spontanea, se no, la risata
va a farsi frigge', come 'na... frittata!
Ho voluto gioca' sul sottinteso,
che dell'intuito è proprio 'l contrappeso,
ispirandomi al grande Petrolini,
stimolator di ambigui... pensierini.
Pertanto, da toscano assai 'ncallito,
senza salamelecchi, ma di rito
vi saluto. Ma... se per un divario
mi so' lasciato anda', scusate...
Mario