Prima messa in Caldana di don Gian Paolo

9 maggio 2004


Discorso di benvenuto

Ed eccoci qui... al momento atteso da tanto tanto tempo. E come ogni sogno che riesce a diventare realtà, anche questo momento ci lascia vagare in un’atmosfera surreale. Probabilmente non riusciamo ancora a crederci completamente, e forse ancora per un po’ tutto questo sembrerà un’immagine dai contorni indefiniti.

Questo non è un compito facile, anche se apparentemente lo sembra. Dare il benvenuto a qualcuno in ogni luogo comporta una precisione, un’eleganza, una serietà ma anche una cordialità che non è facile sfoderare tranquillamente. E in più questo saluto è a nome di tutta la comunità di Caldana, a nome di tutto questo paese che ti vuole bene, che te lo ha sempre voluto.

Se il discorso fosse stato di noi giovani e basta sarebbe stato effettivamente più facile, avremmo potuto ancora una volta ringraziarti per tutto quello che hai fatto per noi, per tutte le stupende avventure che abbiamo vissuto insieme, per tutto il tempo che abbiamo condiviso, per tutte le nostre esistenze che tu hai facilitato a nascere e per la tua vocazione che noi abbiamo visto sbocciare e maturare in te. Sarebbe stato più facile, ma questo deve essere un saluto di tutti noi che oggi siamo qui, ad affollare questa chiesa, e anche di quelli che non sono venuti, per i motivi più diversi. Ed è ancora più strano doverti dare il benvenuto in questa Chiesa, dove tu sei sempre stato, dove ti sei sempre mosso con una familiarità sorprendente, con una sicurezza disarmante.

La cosa più straordinaria è, però, darti il benvenuto come sacerdote.

È una festa di tutto il paese, oggi. È un evento straordinario che non può essere taciuto, che non può passare in secondo piano rispetto a nient’altro. Sembra quasi sorprendente che il Signore sia venuto a chiamare qualcuno in questo paesello di un migliaio di anime... eppure è così, e oggi ce ne rendiamo conto. Ti vediamo lassù, all’altare. Ti vediamo per la prima volta consacrare il pane e il vino, spezzare quell’ostia. Ti vediamo farti completamente vaso di elezione del Signore. Ti vediamo felice di aver realizzato il tuo sogno, di essere riuscito a diventare quello che nel profondo dell’anima, nel profondo del cuore, volevi essere - forse da sempre.

È difficile riuscire a capire a cosa siamo destinati. Diventa sempre più difficile riuscire a capire, anche solo ad intuire, quello che ne sarà di noi. È difficile aggrapparsi ad un sogno, soprattutto in un mondo come questo, pieno di correnti avverse, pieno di rumori soffocanti, pieno di miraggi straordinariamente allettanti che riescono a distogliere l’attenzione dai propri bisogni, per indirizzarla verso un mondo di chincaglierie inutili, di regali vuoti.

È difficile, a tal punto che molti si scoraggiano ancora prima di allacciarsi i sandali, di prendere il bastone in mano e di dare un’occhiata veloce alla strada che comincia lentamente a salire. È difficile, però tutta la vita sta qui: sta nello stringere i denti, sta nello stanare il coraggio nascosto in qualche piega della nostra anima, nell’afferrarlo con tutta la forza che abbiamo nel nostro corpo e di partire.

Sei un esempio, don Gian Paolo. Sei un esempio per tutti noi.

Questa chiesa oggi sorride. Questo paese oggi esulta. Ma continuerà a farlo perché saprà che tu sei per le strade del mondo ad insegnare quello in cui credi, a professarlo con convinzione e una fede sempre crescente. Continuerà a farlo perché tu sei un suo figlio e perché il paese è così: continua a volerti bene come una mamma. Continua ad amarti, riuscendo a superare anche le distanze, riuscendo a valicare i passi montani più impervi, riuscendo ad eludere ogni sorta di ostacolo, ogni frontiera.

Con questa giornata si è concluso un percorso, un cammino cominciato tanto tempo fa, dentro di te, dentro la tua anima. Questo è l’ultimo capitolo, ma la storia non finirà. Nessuna storia finisce mai. Adesso comincia l’avventura più emozionante, comincia tutto quello per cui ti sei preparato. Da adesso in poi, dipende tutto da te. Sappi, però, che da adesso in poi questo paese sarà sempre al tuo fianco, ogni tuo singolo passo, ogni tuo piccolo inciampo, ogni tua sofferta vittoria. Ci sarà sempre, perché tu ci sei sempre stato per lui e l’orgoglio è l’unica emozione che riesce a provare oggi. L’orgoglio e la felicità di aver visto nascere e fatto crescere una persona come te.

Spero che questo sia stato veramente un benvenuto, anche se non riesco ad immagine un benvenuto più bello di questi volti sorridenti, di questi cuori felici, di tutte quelle preghiere che da queste panche, che dalle case là fuori sono arrivate al cospetto di Dio. Ed erano tutte per te: un ragazzo che ha preso un impegno solenne. Un ragazzo incredibile per il quale Caldana non smetterà mai di essere orgogliosa.