Per ventisette lunghi anni ti sei preso cura di noi, di tutta la nostra comunità di Caldana. E non solo. Sei stato un padre, una guida amorevole e instancabile per ognuno di noi. Ti sei prodigato anima e corpo per il servizio, obbedendo a quella vocazione che avevi avuto fin da piccolo, quella chiamata alla quale hai risposto "eccomi" e alla quale ti sei abbandonato.
Sempre difficile è dire addio alle persone a cui si vuole bene; umanamente difficile accettare che tutto sia destinato a finire. Questo è quello che accade alla vita umana, è una legge imprescindibile e che non si può ignorare. Si rimane sempre però un po' confusi, quando questo avviene; come se si osasse pensare che per una volta, per una sola volta, possa non accadere. Presunzione, ma umanissima, prevedibile.
Ci hai lasciati, don Enzo, così velocemente da aver avuto ancor meno possibilità e tempo per fare i conti con ciò che è naturale. L'addio è sempre crudele, soprattutto quando inatteso. Adesso ci troviamo qui e dobbiamo farci forza con quegli insegnamenti che tu, sempre, hai provato a impartirci; non esclusivamente con le tue parole, sempre semplici e dirette, chiare e mai banali, ma soprattutto con la tua azione, coi tuoi comportamenti, con la tua dedizione verso noi tutti, comunità e famiglia.
Pare una cruda casualità che tu ci abbia lasciato proprio in questo periodo, quello pasquale, che per te era, da sempre, il più importante: ci avevi sempre insegnato che il cristianesimo è la religione della resurrezione. Che il suo messaggio non si ferma alla morte, ma che va oltre perché la morte, alla fine, è sconfitta: questa è la potenza dell'azione di Dio, del suo amore per noi esseri umani, quell'opportunità che ci ha donato per trovare un senso a tutto il dolore nel quale siamo immersi.
E come si può far risorgere un uomo che non sia Gesù? Semplicemente, con il ricordo. Con il mantenimento nella nostra memoria di ciò che sei stato, di cosa hai fatto, del tuo affetto incondizionato, della tua energia dirompente. Non ti sei mai risparmiato, non hai mai privato nessuno di un abbraccio, di un aiuto, di un conforto. Una generosità che è andata ben oltre il rispetto di quella vocazione che ti era sempre appartenuta.
Oggi vogliamo condividere questa stessa sua speranza nella resurrezione, nel fatto che la vita non finisca con un cuore che smette di battere, con un corpo che non svolge più le sue funzioni, con due occhi che si chiudono per sempre. La resurrezione sta nell'altrove, sta nell'approdo in un altro luogo, dove si possa finalmente e direttamente contemplare Dio, che tutto sublima e tutto realizza. Il nostro credo sta in questa prospettiva celeste, ultraterrena. Ma anche in una dimensione più egoistica, più umana: ti conserveremo sempre nei nostri cuori, nella nostra memoria. Sarai sempre un po' qui, non potremmo mai rinunciare a saperti, nonostante l'assenza del corpo, di fianco a noi e alle nostre vite, ancora e sempre.
Ciao don Enzo, ti vogliamo bene.
La comunità di Caldana.